[:it]Il 10 gennaio 2017, la Port Community della città ligure ha chiesto all’ASP e al principale terminalista di aprire un Tavolo per analizzare i progetti per nuove infrastrutture portuali.
La nota si apre chiedendosi “Dove va il porto di La Spezia”, ma senza “nessuna motivazione polemica”, precisa Andrea Fontana, presidente degli agenti marittimi, intervenendo a nome della Community. Lo scopo della richiesta è la necessitè di di avere corrette informazioniper informare così la propria committenza e di “scongiurare il rischio di sovrapposizione d’interventi e quindi di danni concreti alla produttività e anche alla credibilità del porto”.
Alla comunità spezzina non è piaciuto apprendere l’esistenza di un programma di nuove opere nel porto solamente dai giornali e porta l’esempio delle barriere fonoassorbenti, i cui cantieri devono essere ancora aperti con tempi di realizzazione definiti incerti. Appaiono anche “voci talora contraddittorie, relative a scelte fondamentali, in primis il cosiddetto Terzo bacino, che non sembra essere più considerato opera così prioritaria”, afferma la nota.
Sulla questione interviene anche il presidente dell’associazione degli spedizionieri, Alessandro Laghezza: “Nell’interesse comune del porto e nella prospettiva di sviluppo dei traffici è indispensabile disporre di un crono-programma che segni anche la ripresa di un dialogo costante e trasparente fra tutti gli attori principali del porto, Autorità, terminal e Port Community”. E Sergio Landolfi, presidente degli spedizionieri doganali, conclude precisando che “l’andamento dei mercati è di per sé così fragile e volatile da richiedere dove possibile riferimenti certi, specie all’interno dei porti e quindi della punta sul mare della catena logistica”.