8
Nov
2019
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Sulla stessa lunghezza d’onda anche Francesco Isola, managing direcotr di Rif Line Italy: “E’ evidente che la riduzione dell’impatto ambientale anche nel trasporto merci sia essenziale. Ritengo però che una rivoluzione del genere dovesse essere più graduale e sopratutto avrebbe dovuto prevedere delle eccezioni o delle agevolazioni. Aumentare i costi del carburante del 30% significa da un lato far aumentare i costi anche sui prezzi finali, dall’altro mettere in seria difficoltà gli armatori e le società di shipping, in particolare in Italia, dove non vi sono molti gruppi multinazionali “forti” e capaci di organizzarsi velocemente. Oltre al problema dei costi, esiste un reale problema di approvvigionamento del carburante, reso possibile fino ad oggi in maniera limitata e solo in alcuni porti. Ed esiste anche un problema di nuovo addestramento del personale, fino ad oggi in Italia assai limitato. Addirittura il nuovo carburante potrebbe creare danni ai motori. Tutto qu esto però sembra essere passato senza alcun intervento da parte del Governo italiano, dimenticando il ruolo strategico dello shipping e dell’export per il nostro paese.”