[:it]Settimana scorsa a Bologna nella sede di Intesa San Paolo e Carisbo si è tenuto un incontro, in collaborazione con Studi Ricerche Mezzogiorno, per discutere sulle nuove prospettive aperte dalla Nuova Via della Seta (Silk Road) per le imprese emilianoromagnole.
La Belt&Road Initiative, avviata dalla Cina, cambierà in maniera radicale le impostazioni della portualità e delle rotte da e in direzione dell’estremo oriente, con un programma che avrà impatto su tutto il Mediterraneo e in particolare su Paesi come Grecia, Israele, Turchia e Italia.
Anche nel nostro Paese saranno attivati notevoli investimenti per rinnovarsi come hub logistico di rilievo, in particolare come punto strategico per l’imbarco e lo sbarco delle cosiddette “Silk Ships”.
“Noi riteniamo ha dichiarato Tito Nocentini, direttore regionale di Intesa San Paolo che tutti i porti italiani possano giocare un ruolo importante in quest’ambito poichè l’Italia ha già ottime relazioni economiche con questo Paese (con un interscambio via mare di circa 27 miliardi di euro) e perchè il mezzo principale con cui la Cina stessa interloquisce con il Mediterraneo è proprio quello navale.”
Massimo Deandreis, direttore generale di Srm, ha aggiunto: “Il recente raddoppio del canale di Suez e gli investimenti cinesi sulla Via della Seta, 1.400 miliardi di dollari, aprono prospettive di ulteriore rafforzamento del ruolo del Mediterraneo ed in particolare dei suoi porti.
Dal rilancio della grande rotta verso Suez, Golfo e Asia, tutti i porti italiani possono trarre vantaggi, compresi quelli dell’Adriatico, e l’Italia ed il Mezzogiorno possono davvero candidarsi a svolgere il ruolo di piattaforma logistica.
Chiaramente i porti del Nord Italia hanno la funzione di “gate” di accesso ai mercati del Centro Europa e sono in diretta competizione con quelli del Nord Europa”.
Fonte: Logisticamente.it[:]