[:it]Considerando le tre grandi alleanze attive sulle rotte fra Asia ed Europa, la concentrazione del mercato arriva al 99% dei traffici marittimi.
Più dell’87% della capacità mondiale di navi portacontainer è nelle mani delle prime dieci compagnie di navigazione al mondo. Un risultato del consolidamento dell’industria avvenuto durante gli ultimi esercizi, poiché appena cinque anni fa le “Top 10 shipping company” controllavano il 68% del mercato. Nello stesso arco temporale, le prime dieci al mondo sono passate da operare una flotta di navi pari a 55 milioni di teu a una capacità attuale di 86,7 milioni di teu.
I dati provengono da un’analisi della società di consulenza inglese Mds Transmodal, che ha esaminato il mercato del trasporto marittimo di container dove operano a livello mondiale 67 compagnie di navigazione. Al vertice c’è sempre la danese Maersk Line che da sola gestisce il 21% della stiva mondiale, mentre la seconda in classifica è la svizzera Msc di Gianluigi Aponte, seguita in terza posizione dalla francese Cma Cgm. Dalla quarta alla decima posizione figurano Hapag-Lloyd (che ha da poco inglobato l’araba Uasc), Cosco, Evergreen, Oocl (destinata nei mesi prossimi a passare nelle mani di Cosco), Mol, Yang Ming e Nyk.
Quest’ultima entro l’estate verrà fusa insieme alle altre due principali compagnie giapponesi, Mitsui O.S.K. Lines (Mol) e Kawasaki Kisen Kaisha (K Line), dando vita a una nuova realtà armatoriale ribattezzata Ocean Network Express (One) che controllerà l’8,7% della stiva mondiale di portacontainer. Tutte queste compagnie operano sul mercato attraverso tre grandi alleanze (2M, Ocean Alliance e The Alliance) che sul trade Europa-Asia dominano il mercato con una quota pari al 99%.
Secondo Peter Sand, analista di Bimco (Baltic and International Maritime Council), nel 2018 la crescita della domanda di trasporto marittimo sarà inferiore a quella registrata nel 2017 (3,9% contro un 4,5% nella migliore delle ipotesi) ma comunque sufficiente ad assorbire l’aumento dell’offerta di stiva generato dall’ingresso sul mercato delle nuove navi di grande portata. Secondo i dati della società di ricerca Container Trades Statistics, nell’esercizio passato sono stati trasportati via mare fra Asia ed Europa circa 15,8 milioni di teu (+3,7%), mentre maggiore è stato il balzo della rotta Asia-Nord America con 18,5 milioni di teu (7,3%). Il mercato più importante in termini di traffici è ormai quello interregionale asiatico dove sono stati movimentati in un anno 40,9 milioni di teu (+4,3%).
A proposito della stiva mondiale di navi portacontainer l’analista di Bimco ha evidenziato come nel solo mese di gennaio si sia registrato un incremento del 1,2% (pari a 254.173 teu) che equivale a tutte le nuove navi entrate in servizio nell’intero anno 2016. Fra le nuove entrate ci sono molte unità di taglia piccola, ma anche cinque unità da oltre 20mila teu di portata, mentre nel corso del 2017 sono state demolite, e quindi uscite dal mercato, navi per 398mila teu, una cifra destinata a ridursi nel 2018. Presupponendo una crescita per quest’anno del 3,9%, la nuova stiva di navi portacontainer entrata sul mercato dovrebbe attestarsi intorno a quota 1,05 milioni di teu; di questi una larga fetta sarà rappresentata da 53 navi ultra large di portata unitaria superiore a 13.500 teu.
Ciononostante il mercato ha trovato un equilibrio dove le compagnie di navigazione riescono, seppur con qualche difficoltà, a guadagnare denaro e non a caso la quantità di navi portacontainer lasciate ferme in disarmo si è ridotta ad appena 65 unità, pari a 191.441 teu di capacità.