[:it]Startupper Magazine intervista oggi Francesco Isola, managing director di Rif Line, società internazionale di logistica con base in Italia.
La logistica diventa sempre di più strategica, anche in conseguenza del cambiamento dei modelli produttivi e della diffusione dell’e-commerce. Qual’è a suo avviso il futuro del settore? Cosa ci aspetta tra 10 anni?
Si tratta senza dubbio di una vera e propria “rivoluzione”: la sempre più ampia diffusione dell’e-commerce cambia del tutto le logiche di produzione e di distribuzione, riducendo l’intermediazione, ponendo al centro del nostro lavoro la tracciabilità e la velocità. E’ quindi facile per me tracciare delle linee per lo sviluppo futuro: l’e-commerce pur non sostituendo il commercio tradizionale p quello della grande distribuzione, di fatto li cambierà radicalmente. Proprio per questo chi sia occupando logistica deve fin d’ora comprendere queste trasformazioni in atto, sopratutto puntando sull’innovazione.
Rif Line è presente in molti paesi del mondo con uffici di rappresentanza. Quindi la “digitalizzazione” e la “virtualizzazione” dovranno essere sempre accompagnati dalla presenza fisica?
Per forza. Se la digitalizzazione, la tracciabilità delle spedizioni, la velocità, sono elementi strategici e lo saranno sempre più in futuro, questi non potrà mai prescindere dalla capacità di aziende come la Rif Line di essere fisicamente presente nel principali scenari del commercio internazionale, per assistere, per risolvere le problematiche burocratiche o di dogana, per consigliare i clienti e quindi rendere più facile il loro lavoro. Credo sia fondamentalmente errato pensare che il digitale renda inutile il lavoro offline delle persone, degli esperti, dei consulenti. Certo, occorre guardare a questa presenza fisica non più solo e tanto come forza manuale, ma come opportunità evoluta.
Prima ancora delle esigenze di spedizione delle merci, la prima difficoltà che incontrano le aziende che operano a livello internazionale è quello dei diversi regolamenti, delle diverse leggi, delle dogane. Cosa può fare concretamente una azienda come Rif Line per semplificare la vita dell’imprenditore?
Appunto, credo che se da un lato la logistica internazionale deve sempre più evolvere tecnologicamente, se deve adattarsi a nuove forme di produzione, dall’altro, deve diventare sempre più un partner portatore di skills specifici, capace di risolvere problemi reali, di fare “consulenza”, e non solo per la logistica come tradizionalmente intesa, ma anche per i modelli produttivi. Insomma, la logistica deve integrarsi “dentro” le aziende, magari anche allineando il sistemi software e di tracciamento, in modo che chi controlla la produzione, chi controlla le vendite e chi provvede al trasporto ed alla distribuzione, possano avere una visione comune di tempi, rifornimenti, necessità.
Si parla tanto di dazi, di “guerre” commerciali, sopratutto ultimamente tra Usa ed Europa. Cosa ne pensa?
E’ un argomento complesso, ritengo che chi in tempi di globalizzazione ritiene di poter semplicemente alzare delle barriere per tutelare il proprio mercato e le proprie aziende, abbia una visione davvero ristretta. E non intendo sul piano “culturale” ma proprio sul piano pratico: il sistema produttivo è oggi fortemente interconnesso a livello internazionale, molte aziende Usa producono in realtà in Cina o in altri paesi, utilizzando componenti spesso realizzati da altri paesi ancora. E questo vale per tutte le nazioni “avanzate”. Mettere dazi rischio di essere una mossa semplicemente molto poco avveduta, che può penalizzare fortemente anche le aziende della propria nazione. Le guerre commerciali quindi non hanno alcun senso.