[:it]Durante presentazione del nuovo servizio diretto con l’Asia del 21 luglio 2017, la compagnia marittima francese ha chiesto l’attracco navi di portata maggiore e più treni.
Almeno per la compagnia di navigazione francese Cma Cgm il porto di Venezia è il capolinea occidentale della Nuova Via della Seta. Lo scalo lagunare è stato infatti scelto dal vettore per la presentazione del nuovo servizio di linea diretto che la Ocean Alliance che collega Estremo Oriente e Alto Adriatico (Rijeka, Koper, Trieste e Venezia) con navi di portata fino a 6000 teu.
Nell’occasione, il responsabile del trade Asia-Europa per la compagnia di navigazione francese, Stephane Courquin, ha presentato anche al presidente dell’Autorità di sistema portuale alcune richieste: “Abbiamo illustrato al presidente Pino Musolino i nostri piani di crescita sul porto”, ha detto Courquin, spiegando che “per noi è fondamentale la possibilità di sfruttare maggiormente l’intermodalità ferroviaria per penetrare ancora di più nell’hinterland italiano e del Centro Europa. Da parte nostra abbiamo assicurato che c’è spazio per consolidare e incrementare la partnership con il porto di Venezia anche portando navi di portata maggiore”.
Ma se per la dimensione delle navi ci sono dei limiti di pescaggio e di lunghezza, sul fronte dell’intermodalità Musolino a margine dell’evento ha detto di essere già al lavoro “per migliorare l’infrastruttura ferroviaria a porto Marghera non solo per i terminal container ma anche per il capolinea delle autostrade del mare a Fusina” e nel piano di sviluppo che il presidente ha in mente c’è anche un possibile collegamento alla linea ad Alta Velocità che da Venezia corre verso ovest e verso sud.
Nel frattempo, lo scalo può godersi il rapporto privilegiato che ha con Cma Cgm confermato anche dal fatto di essere stata scelta per presentare il nuovo servizio diretto con l’Asia ribattezzato Phoex e grazie al quale oggi Venezia rappresenta uno dei tre scali più importanti in Italia per il carrier francese in termini di movimentazioni container. Paolo Lo Bianco, general manager di Cma Cgm Italy, ha sottolineato le grandi speranze che la compagnie ripone sul porto (dove scala il terminal Vecon) ricordando che nel 2016 hanno visto aumentare del 65% i container reefer imbarcati e destinati all’esportazione mentre l’altro nuovo mercato sul quale stanno entrando con convinzione è quello del project cargo.
A dimostrazione di questa penetrazione del mercato dei carichi eccezionali, il direttore del terminal Vecon, Roberto Goglio, ha testimoniato che nella sua ultima toccata la nave APL Oregon ha sbarcato cinque generatori di ABB provenienti da Shanghai e di peso compreso fra 51 e 57 tonnellate. Al terminal veneziano del Gruppo Psa nel 2016 erano stati movimentati 20 carichi break-bulk per un totale di mille tonnellate di peso.
Insomma soprattutto grazie a Cma Cgm il porto di Venezia si conferma il capolinea europeo della nuova Via della Seta, un ruolo che Pino Musolino rivendica con forza ricordando che lo scalo da lui presieduto è il primo in Adriatico per container movimentati (605.875 teu al 31 dicembre 2016, il 59,8% in più rispetto al 2008 quando erano 379.072). “In attesa del futuro nuovo terminal container che sorgerà sulle aree ex-Montesyndial, gli sforzi sono orientati a migliorare i collegamenti con i retroporti del Nord-Est, in particolare Verona e Padova, così come a migliorare l’accessibilità stradale al porto”, ha aggiunto il presidente dell’Autorità.
Fra gli operatori più interessati all’attivazione del nuovo servizio diretto con l’Asia operato dai partner della Ocean Alliance (gli altri sono Oocl, Evergreen e Cosco) c’è la società Sama che da alcune settimane ha avviato un servizio di importazione di ananas raccolti in Indonesia e destinati all’Italia e al Centro Europa. Un nuovo traffico che con i servizi di linea in transhipment non era possibile portare a Venezia. Si parla nello specifico di un traffico che sfrutta la presenza del Venice Green Terminal a terra e che, secondo quanto spiegato dal general manager di Sama, Giorgio Masiero, “dovrebbe portare a breve 1500 container all’anno stando al nostro business plan 2018-2020. In una seconda fase prevediamo di aggiungerne altri mille all’anno per la commercializzazione verso i Paesi esteri confinanti, inclusa la Germania del sud».