[:it]
Fedespedi comunica l’8 febbraio 2017 che si è conclusa positivamente la vicenda dei seimila container destinati all’Italia che erano in navigazione dopo l’annuncio della bancarotta a fine agosto.
Il fallimento della settima compagnia di trasporto container del mondo è stato il primo caso (e si spera l’ultimo) che ha visto decine di portacontainer bloccate nei porti o nelle acque internazionali perché non c’erano risorse per pagare i creditori e i servizi portuali. Un’odissea che ha travolto anche migliaia d’imprese italiane che hanno rischiato di non ricevere la loro merce e comunque la hanno ricevuto con forte ritardo.
La prima fase dell’emergenza è iniziata a settembre 2016 e ha coinvolto Fedespedi, che ha contribuito a portare in Italia i container pieni grazie a una polizza fideiussoria globale firmata lo stesso mese di settembre con Hanjin Shipping e con i terminal italiani, che ha permesso lo sbarco di oltre seimila contenitori. Ora Fedespedi annuncia che si è conclusa anche la seconda e ultima fase, ossia la riconsegna dei container vuoti, che rischiavano d’intasare i terminal italiani perché non ci sono più navi che li rimettono in circolo.
“La riconsegna di tutti i contenitori vuoti pone fine a una vicenda che ha evidenziato, ancora una volta, la grande professionalità e il ruolo strategico degli spedizionieri nella filiera del trasporto merci”, spiega Roberto Alberti, presidente di Fedespedi. “In una situazione complessa e senza precedenti le nostre aziende hanno svolto al meglio il proprio lavoro al fianco della committenza, evitando danni e ripercussioni sul mercato derivanti dall’eventuale mancata consegna delle merci”.
Alberti ha concluso dichiarando che “il sistema associativo ha saputo fare quadrato riuscendo a dare un supporto ai nostri associati. L’azione di Fedespedi, con il sistema confederale, ha fornito un aiuto concreto in una crisi che avrebbe potuto avere conseguenze molto gravi per il sistema economico italiano, dall’industria al commercio, fino ai servizi”.