“Se impariamo a ragionare come i cinesi a lungo termine, la Via della Seta è sicuramente un’opportunità per i porti liguri e l’Italia“. Il presidente di Federagenti Gian Enzo Duci ne è convinto. “Il fatto che i cinesi abbiano scelto di investire qui vuol dire che stanno guardando alla Liguria non solo come sbocco per il Mediterraneo ma per l’intera Europa e la Via della Seta, se saremo in grado di compensare in qualche anno il gap di costo nel trasferimento via terra delle merci al centro dell’Europa sarà lo strumento per competere con i porti del Nord Europa” ha detto parlando a margine del Blue economy summit a Genova.
I cinesi fra l’altro hanno la metà delle azioni del terminal contenitori di Vado ligure che aprirà a dicembre e hanno stretto accordi con il porto di Genova. Il nodo cruciale restano le infrastrutture terrestri, per abbattere tempi e costi. “Quando avremo Terzo Valico e collegamenti, a parità di costi di trasporto terrestre avere 5 giorni di vantaggio sul viaggio via mare rispetto ai porti del Nord Europa farà davvero la differenza – ha aggiunto Duci -. E’ questa la sfida per i cinesi, arrivare nel cuore dell’Europa da Genova-Vado e Trieste.
Il nostro vero rischio è se dovesse aprire la rotta artica, perché in quel caso non avremmo possibilità di competere”.
L’acquisizione del porto del Pireo da parte dei cinesi? “Nessuna cessione di sovranità. Ricordo che hanno acquisito la società che ha in concessione il porto, non la proprietà” replica.