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Il 6° rapporto SRM punta ad analizzare anche le dinamiche dei traffici marittimi e degli investimenti in portualità e logistica che la Cina sta realizzando nel Mediterraneo
È stato presentato pochi giorni fa il 6° Rapporto Annuale di SRM su “Le Relazioni Economiche tra l’Italia e il Mediterraneo“. Numerosi gli interventi, che hanno evidenziato la crescita sempre più evidente della Cina intenzionata a investire e realizzare infrastutture in tutta l’area del Mediterraneo.
La Cina – è stato detto durante il convegno – è pronta a realizzare in quest’area progetti a lungo termine e avvicinarsi ai mercati ricchi dell’Europa.
In base a dati stimati fino al 2020, il paese del Dragone dovrebbe esportare lungo la via della Seta beni e servizi intorno ai 780 miliardi di dollari e importarne 573,6 miliardi.
Uno spazio importante è stato dedicato all’analisi degli impatti economici che avrà la Silk Road (la Via della Seta), un ingente programma di investimenti, stimato in circa 1.000 miliardi di dollari, che proprio la Cina ha prefissato di effettuare lungo dei percorsi strategici – stradali, ferroviari, aerei e marittimi – che avranno effetti sulle dinamiche di interscambio che il Dragone ha in essere a livello globale e quindi anche in Europa ed in Italia.
Srm prevede una ulteriore crescita dell’import-export manifatturiero dell’Italia verso l’Area Mena, 54 miliardi di euro nel 2018.
Oltre 41 miliardi l’export dell’Italia verso l’Area Mena pari al 10% del totale.
La zona Middle East and North Africa è la prima regione di destinazione extra-europea con oltre il 76% delle merci scambiate con l’area Mena viaggiano via mare.
Il bacino del Mediterraneo concentra il 19% del traffico marittimo mondiale, il 25% dei servizi di linea container e il 30% del traffico petrolifero.
Nel 1995-2015 i transiti di navi container sulla rotta Asia-Europa via Suez e Mediterraneo sono cresciuti dal 27% al 42%, mentre si è registrato un calo sulle rotte “Trans-Pacific” e “Trans-Atlantic”.
Dal 2008 al 2016 la quota di mercato sui container dei porti del Mediterraneo è cresciuta dal 27% al 34% mentre quella dei porti del Nord-Europa è scesa dal 46% al 42%.
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